Ciò che abbiamo vissuto a partire da Marzo 2020 può essere certamente definito “un’esperienza collettiva con caratteristiche traumatiche” (Lingiardi, 2021).
Di fronte alle immagini trasmesse dai media e alla sofferenza delle persone, tutti abbiamo provato emozioni spiacevoli, dalla preoccupazione e ansia allo sconforto e sgomento. Noi adulti abbiamo cercato di reagire in qualche modo e non sempre ci siamo riusciti in modo efficace, con una ricaduta negativa anche sulla salute psicologica di bambini ed adolescenti.
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Diversi studi condotti da importanti enti di ricerca (Istituto Gaslini, Università di Genova) e ricercatori (Spinelli et al., 2020) hanno messo in evidenza quali siano state le principali emozioni provate dai minori durante il periodo di lockdown e nei mesi seguenti:
– Angoscia; in particolare a causa della preoccupazione per la salute dei propri familiari.
– Ansia da separazione; i bambini cercavano la sicurezza nei genitori e nei caregivers a maggior ragione nel momento in cui il mondo esterno si mostrava come un luogo non sicuro.
– Irritabilità; legata all’instabilità della situazione circostante.
Altre difficoltà sono state la difficoltà di concentrazione, dovuta alla presenza di pensieri intrusivi, e problemi legati al sonno, a seguito del diffuso e persistente stato ansioso.
Nella mia pratica clinica ho assistito negli ultimi mesi ad un incremento di richieste da parte delle famiglie per aiutare i bambini e i ragazzi che mostravano sintomatologie di questo tipo.
Cosa posso quindi suggerire?
L’OMS (WHO, 2020) ha dato indicazioni utili in tal senso:
- – Aiutiamoli ad esprimere le proprie emozioni, utilizzando anche il gioco o il disegno
- – Cerchiamo di assicurare loro la vicinanza con la famiglia e i caregivers
- – Cerchiamo di mantenere il più possibile le routine familiari, anche creandone di nuove
- – Forniamo spiegazioni, adeguate all’età di bambini e ragazzi, riguardo ciò che sta accadendo
- – Forniamo loro un modello di gestione delle emozioni e dello stress che sia adeguato
E soprattutto in merito a quest’ultimo punto, non dimentichiamo di prenderci cura di noi stessi, poiché tutti siamo stati esposti a questo trauma collettivo e tutti abbiamo bisogno di ricostruire il nostro senso di sicurezza che è stato fortemente sfidato in questi mesi. Una volta fatto questo potremo prenderci cura dei nostri bambini e dei nostri ragazzi.
(i contenuti di questo articolo e relativa bibliografia sono tratti dalla recente pubblicazione di Vicari S. e Di Vara S. (2021): “Bambini, adolescenti e Covid-19. L’impatto della pandemia dal punto di vista emotivo, psicologico e scolastico”, Erickson)