Ma quindi l’intelligenza si può insegnare?

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Se la risposta a questa domanda fosse sì, ciò implicherebbe che siamo in disaccordo con gli studi di biologia ed ereditarietà e che l’intelligenza si può anche imparare! Per poter essere chiari e spiegare meglio dobbiamo obbligatoriamente fare qualche passo indietro ed introdurre il Prof. Revuen Feuerstein. Al tempo dell’occupazione della Romania lui insegnava a Bucarest, in una scuola per i figli dei deportati. Stiamo parlando di bambini strappati ai campi di sterminio, dai genitori o testimoni della loro morte nelle camere a gas. I test psicologici dell’epoca fornivano infatti risultati impietosi rispetto ai loro gravi problemi di apprendimento. A contatto con quei bambini e adolescenti, di cui tutto si poteva pensare tranne che avessero goduto di condizioni di vita – e quindi di occasione di apprendimento – paragonabili a quelle dei bambini normali, Feuerstein iniziò però a considerare in modo diverso il risultato dei test. Capì che erano tanto utili per dirci quanto il bambino aveva già imparato, ma non ci raccontavano nulla sulle sue possibilità di apprendimento.

Modificabilità Cognitiva Strutturale

Seguendo questa convinzione prese corpo la prima formulazione della teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale, ovvero che l’uomo è in grado di automodificarsi in modo molto più significativo di quanto comunemente si creda, e di conseguenza anche la sua intelligenza.

Il metodo Feuerstein

Purtroppo questo stupendo professore è morto diversi anni fa, dalla sua esperienza però ne è nato un metodo che porta il suo nome: metodo Feuerstein. Il metodo fornisce una serie di strumenti che aiutano ciascuno a utilizzare le risorse disponibili per aumentare la propria intelligenza in modo duraturo poiché è continua l’analisi dei processi e delle strategie utilizzate. Ma non solo, davanti a nuove situazioni può capitare a tutti di sentirsi inadeguati, poco flessibili o legati a schemi di pensiero vecchi. L’obiettivo di Feuerstein fu proprio quello di costruire nuovi canali pensiero, partire da quello si ha, ciò di cui si ha fatto esperienza, dalle strategie utilizzate e costruire ponti per essere preparati ad affrontare con flessibilità ogni nuova situazione. Costruire ponti significa trasporre principi per portare e spendere l’esperienza fatta con la relativa conoscenza in nuovi contesti.

Cosa insegna

L’esperienza umana non è mai fissa ma in continua evoluzione e cambiamento. Essere flessibili, vuol dire riuscire a gestire la realtà che cambia e rinnovare ogni volta gli schemi di riferimento. E se pensiamo un po’ alla nostra vita ci rendiamo conto di quanto sia complesso ma anche di quanto ne valga la pena!

Si impara meglio e si impara di più rispetto che andare per prove ed errori se qualcuno si offre come intermediario: seleziona, organizza, colloca entro uno schema. Per questo la presenza di un mediatore è fondamentale, perché sarà colui che guida il processo di costruzione, ma non di apprendimento per aiutare il soggetto ad imparare ad imparare.

Il PAS

Il programma si articola nel suo Arricchimento strumentale Standard (P.A.S.) e si rivolge a ragazzi dagli 8 anni in su e giovani adulti. Ha l’obiettivo di stimolare la consapevolezza dei processi di pensiero e correggere i processi cognitivi carenti. Attraverso la formazione di abitudini di lavoro efficienti (per es. procedere in modo sistematico, analizzare l’errore, decodificare le consegne…) si porta alla persona un repertorio ricco e differenziato di concetti e vocaboli. Inoltre produce motivazione verso l’apprendimento e rinforza l’autostima. Qui il contenuto è un pretesto per la manipolazione di stimoli che impegnano il soggetto in operazioni mentali.

Il programma di Arricchimento Strumentale Basic si rivolge a bambini in età prescolare, del primo biennio della primaria e bambini più grandi o adulti che presentano disabilità/decadimento intellettivo. Gli obiettivi sono rivolti non solo al processo (attenzione, pianificazione, controllo dell’impulsività, memoria di lavoro, pensiero inferenziale, ipotetico ed evidenza logica, comportamento comparativo, rappresentazione mentale consapevolezza socio-em…), ma anche al contenuto (fornire una serie di concetti necessari per il potenziamento cognitivo, come ad es. forma, colore, dimensione, concetti numerici e spaziali, emozioni,…).