C’era una volta…

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Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva

C’era una volta, in un piccolo negozio di giocattoli nel modenese, Un Gioco che aspettava impaziente di essere desiderato, trovato e scelto da un amorevole bambino, e di trovare con lui la sua nuova casa.  

Era un tranquillo sabato pomeriggio e come al solito, io e i miei amici giochi ce ne stavamo un po’ annoiati nelle nostre postazioni, pronti a metterci in mostra con la nostra posa migliore, chi a lucidarsi la pellicola, chi ad ammorbidirsi il pelo, chi a stirarsi l’etichetta, per accaparrarsi il miglior acquirente.   

Improvvisamente entrò dalla porta una strana sagoma che non era accompagnata da alcun bambino!  

Io e i miei amici la osservavamo vagare tra gli scaffali e studiare attentamente, girandoci e rigirandoci, tutte le nostre particolarità; ci scuoteva, spremeva, guardava da lontano lontano e da vicino vicino… improvvisamente, gli occhi della ragazza si posarono su di me, mi sollevò e iniziò ad analizzarmi finché non decise di portarmi via con sé. “Che emozione!” pensavo, “chissà in che casa finirò! Chissà con che bambino giocherò!” 

Dopo poco arrivai in uno strano appartamento: senza cucina, letti o divani! C’erano tante stanze, tanti libri e tantissimi altri amici giocattoli. Era un posto davvero strano, nessuno me ne aveva mai parlato. Appena entrato venni presentato ad altre strane persone, erano tutti molto contenti di fare la mia conoscenza! E così conobbi una certa logopedista, una certa psicologa, un certo terapista occupazionale… “che strani nomi” pensavo, “non li avevo mai sentiti! Chissà cosa vorranno dire… ma poi, dove sono i bambini?” 

Venni messo su un piccolo tavolino al centro di una stanza quando all’improvviso suonò il citofono! Poco dopo nella stanza entrò un bambino, “Finalmente!” pensai.  Si tolse la giacca e le scarpe e si sedette al tavolino insieme a me. Giocammo tanto insieme, io, il bambino e la ragazza. Poi il bambino se ne tornò dalla mamma e insieme se ne andarono via. 

“DRIIIIIIIIN” di nuovo suonò il citofono ma questa volta sentii in lontananza una voce diversa, era di una bambina di nome Sofia; anche lei entrò nella stanza, si tolse la giacca e le scarpe e iniziammo a giocare. 

Era proprio una strana casa, mi lavavano in continuazione e mi avevano anche assegnato una scatola tutta mia, in cui ogni tanto tornavo a riposare. 

A fine giornata avevo giocato con Samuel, Sofia, Luca e molti altri bambini! Ero proprio sfinito, ognuno mi aveva utilizzato in maniera diversa, in modi che neanche io pensavo possibili! Quanta fantasia! 

Qualche volta anche gli amici della ragazza (quelli con i nomi strani) venivano a prendermi e mi portavano in nuove stanza a giocare con loro ed altri bambini.   

Ci ho messo tanti giorni, ma alla fine ho capito chi è questa ragazza un po’ particolare: è una Terapista della Neuro Psicomotricità dell’Età Evolutiva (che nome complicato!!) però io che sono suo amico la posso chiamare TNPEE. Tutti i giorni viene in questa stanza, vede tanti bambini e con ognuno sceglie attentamente con chi di noi giocare! I bambini tornano qui tutte le settimane e inventano sempre modi nuovi per divertirsi insieme a me. Ho capito di essere importante per la mia amica TNPEE: rappresento il modo più semplice, efficace e piacevole per permettere al bambino di apprendere e modificarsi; e mi usa come strumento per sostenere il bambino nello sviluppo.  

In questo modo la mia TNPEE aiuta i bambini nella prevenzione, nell’abilitazione e riabilitazione delle loro competenze nelle diverse fasi dello sviluppo. Certo tutto da sola non può fare per cui si interfaccia con le figure che fanno parte della vita quotidiana del bambino, creando una rete di condivisione per permettere di generalizzare le competenze acquisite durante le sedute terapeutiche in ogni contesto di vita.   

Che fortuna essere arrivato qui!