Oggi vi parliamo di gioco e vi invitiamo ad essere voi i primi a divertirvi. Questo perchè i bambini e quindi anche noi adulti per primi, abbiamo appreso e apprendiamo meglio attraverso il gioco. Infatti quando ci divertiamo e condividiamo il piacere con un’altra persona, il nostro cervello “ accende” aree cerebrali che lavorano insieme per creare un’esperienza gratificante, emotivamente piacevole e motivante.
Se anche voi, vi state divertendo insieme ai bambini, questo si trasmette nel gioco che fate con loro, quindi la prima regola da seguire nel gioco è SIATE I PRIMI A DIVERTIRVI.
Quando nasce un bambino, l’adulto rivive la sua infanzia e si avvicina “come se” in quel momento ritornasse egli stesso neonato, capace di evocare quel linguaggio primitivo sedimentato nelle sue memorie. E’ come se il neonato possedesse già i requisiti sufficienti per rispondere alle sollecitazioni dell’adulto.
Il gioco è l’inizio di un dialogo aperto del rapporto dell’uomo con l’ambiente circostante.
L’attività giocosa ci permette di conoscere e riconoscere la realtà. L’attività immaginativa del mondo esterno ci permette di iniziare il processo di integrazione tra le cose “così come ci sembrano” e le cose “così come sono”. Il gioco è un derivato psichico dell’immaginazione, che ipoteticamente potrebbe iniziare a predisporsi già durante la vita intrauterina. Possiamo pensare all’allattamento al seno, come al primo gioco relazionale tra madre e bambino. Immaginiamo che la madre sfiori la guancia del bambino neonato e che questi, girando la testa e immaginando il capezzolo, non lo trovasse, tornerebbe così a girare il capo dalla parte opposta, ripetendo questa scenetta finché a quella sollecitazione non seguirà una poppata. In particolare, sarà il bambino a comunicare alla mamma che si è stancato di giocare e che è ora di fare sul serio, attraverso il pianto, stimolando il latte.
Fino ai 18 mesi si parla di stadio sensomotorio, perché i bambini si divertono con semplici giochi e attività create attraverso l’utilizzo dei sensi. Il nostro consiglio è quello di sfruttare il vostro corpo e il materiale che già avete in casa.
Fino a circa 4 mesi, a causa della naturale immaturità visiva e motoria, c’è una preferenza per i colori ad alto contrasto, cioè bianco, nero o rosso, le linee curve piuttosto che rette e l’ordine anziché il caos. I bambini tendono a ripetere azioni per conservare un effetto piacevole che li ha colpiti positivamente. L’oggetto non è ancora intenzionale, sono molto presenti ancora i riflessi.
Importantissime sono le routine che insegnano ai bambini la prevedibilità e le prime relazioni di causa-effetto.
Dai 4 agli 8 mesi, i bambini iniziano ad essere intenzionali: con le manine cercheranno di prendere oggetti posti davanti a loro. Con la posizione seduta avranno un’altra prospettiva del mondo, dove l’adulto sarà il tramite per esplorare.
Inizia il gioco di causa-effetto, ancora casuale. I giochi potranno essere oggetti da scuotere, facilmente manipolabili e da prendere o che producono suoni e hanno differenti textures.
Tra i 7 e i 9 mesi inizia il movimento nello spazio, la comparsa dei vocalizzi, la frequentazione del nido. I bambini iniziano a percepirsi come agenti che fanno accadere le cose. Aumentano le possibilità di relazione ed anche la permanenza dell’oggetto.
Attraverso i giochi, i bambini manipolano gli oggetti e traggono piacere nello spostarli, ad esempio facendo i travasi. Il gioco è ripetitivo: i bambini sperimentano che ad ogni loro azione c’è una conseguenza. Assisteremo perciò a vari lanci di giochi o oggetti, che i bambini seguono con lo sguardo, oppure al mettere dentro e fuori o ancora li vedremo trascinare e spingere piccoli oggetti.
Nasce il gioco in parallelo, in cui l’altro è tollerato nel proprio spazio di gioco.
“Siate i primi a divertirvi” è la prima parte di un articolo che continuerà nei prossimi giorni!
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E presto troverete qui “Siate i primi a divertirvi (2 di 2)”
